La solitudine dei capi

18 Maggio 2023

AscoltoCoachingExecutive coachingSolitudine

I capi sono spesso soli e la solitudine cresce salendo in organigramma. I più attenti (o se vogliamo i più scaltri), sanno che in questi momenti di apparente debolezza, possono "sfruttare" una competenza particolare che solo i migliori Consulenti possono e vogliono rendere disponibile: la generosità. Tale prezioso addendum, rende la consulenza autentica e vissuta, consolida le relazioni e aggiunge valore inedito alle soluzioni trovate.

La voglia di confidarsi

Quello che ho imparato in quasi trent'anni di professione permette di fornire ai miei Committenti soluzioni centrate e funzionali che li fanno lavorare meglio, ma c'è una competenza particolare che viene apprezzata nei miei progetti.

Dapprima velatamente, poi proporzionalmente alla loro capacità di rilasciare il controllo, molti imprenditori e manager esprimono il bisogno di considerarmi un interlocutore con cui confidarsi.

Non è veramente un mandato di coaching; si tratta più di un ruolo da "confessore laico", una sorta di specchio informale con cui dare corpo e voce ai pensieri, delinearli con maggiore chiarezza o anche semplicemente esternarli e disinnescare quelli più pericolosi.

Gerarchia e solitudine

La solitudine è molto spesso figlia della gerarchia; l'aumento della responsabilità, il senso del dovere, l'impegno verso la propria Organizzazione porta imprenditori e manager ad essere "sempre in servizio",  producendo pensieri e riflessioni a ciclo continuo che affollano la mente, ma quasi sempre senza un vero "confronto con pari".

In famiglia può non essere compresa la complessità del loro ruolo e in Azienda, dove la competenza per capire sarebbe presente, non è sempre facile esternare dubbi o paure ai propri manager, soprattutto quando si interpreta un ruolo che nell'immaginario dovrebbe essere virtualmente privo di tentennamenti.

Il fascino del distacco

Ecco che allora quando un imprenditore o un top manager si trova di fronte un professional esterno, che conosce la materia organizzativa, che esercita la "sospensione del giudizio", ma che se sollecitato può fornire sostegno e perché no, utili chiavi di lettura alternative, la voglia di allentare la morsa e al tempo stesso  di cogliere un'opportunità si fanno più concrete.

Questo è il momento più piacevole per me (e credo per chi in generale fa il mio mestiere), perché mi rendo conto di avere di fronte una persona nella sua interezza con cui sto attivando un rapporto privilegiato da cui non possono che scaturire preziose indicazioni.

Una questione di stima

Mi è capitato di ricevere telefonate ad ore impensate ed è perché amo il mio mestiere che le ho considerate manifestazioni di stima e non seccature di cui fare volentieri a meno.

In quel momento ho colto lo stato d'animo che stava vivendo il mio interlocutore, l'ho immaginato insonne, alle prese con una decisione difficile, probabilmente impopolare, magari rischiosa di cui avrebbe dovuto rendere conto all'indomani ad un consiglio di amministrazione o ai suoi collaboratori o ancora più intensamente alla propria coscienza.

Ho anche percepito il suo imbarazzo, consapevole che nessun onorario professionale avrebbe potuto compensare l'invasività della sua richiesta, ma al tempo stesso colto la ferma aspettativa di ricevere da me un supporto che accendesse una nuova prospettiva o semplicemente un gesto di comprensione che lo rimettesse a dormire più sereno.

Una porta privilegiata

Certo, ho un carattere accessibile e generoso e poter supportare le persone mi gratifica e motiva, ma c'è una ragione professionalmente più rilevante che mi fa sottoporre volentieri a questa sorta di "insider trading": entrare più a fondo nella complessità di un'Azienda usando come porta privilegiata i pensieri intimi di chi la governa, mi permette di svolgere molto meglio il mio lavoro.

Sono anche conscio però che il mio interlocutore ne sia consapevole e che un po' stia al gioco; è una persona vincente, di sicuro non sprovveduta, quasi sempre con una storia e un presente fatto di successi e in questo patto non scritto di reciproca fiducia sussistono tantissimi significati spesso sottintesi, ma che alimentano continuità e stima anche quando i progetti di consulenza si completano ed entrambi andiamo oltre.

Questa è la parte migliore del mio mestiere.

Luigi Bergamo, Founder, Managing Director, Senior Consultant Adforma ideas & people

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